La sanificazione dei luoghi di lavoro dovrebbe diventare una regolare abitudine, non soltanto come conseguenza della recente emergenza COVID-19 e delle inevitabili nuove disposizioni di legge.
Mantenere gli ambienti lavorativo e/o professionali non soltanto puliti, ma sanificati, significa:
- limitare in modo consistente i rischi di contaminazione
- avere spazi più salubri, in cui la qualità della vita e dell’aria indoor è migliorata
- dalle precedenti ne consegue un probabile aumento della produttività del lavoro.
Con l’espressione pulizie quotidiane/sanificazione si intende l’insieme di procedimenti ed operazioni atti a rendere sano un determinato ambiente mediante le attività di pulizia, di detergenza e/o la successiva disinfezione. Riferimento normativo: UNI 10585 – 1993.
Sanificare ambienti: cosa dice la normativa
Nella relazione dell’Istituto Superiore di Sanità “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 (23 marzo 2020)”, è indicato che la pulizia/sanificazione e disinfezione possono essere svolte separatamente o essere condotte con un unico processo, utilizzando prodotti che hanno duplice azione. È importante rimuovere lo sporco o i residui di sporco che possono contribuire a rendere inefficace l’intero processo.
Nella stessa relazione viene indicato che nel caso in cui vi sia stata la presenza di casi sospetti di persona con Covid-19, è necessario procedere alla sanificazione dell’ambiente, intesa come attività che riguarda l’insieme di tutte le procedure e operazioni atte a rendere salubre un determinato ambiente mediante interventi di detergenza e successiva disinfezione.
La sanificazione della stanza/area deve essere eseguita secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute (in allegato), ovvero: pulizia con acqua e sapone e successivamente con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,1% o con alcol etilico al 75% per superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio.
Pertanto, in questo momento, gli unici parametri ufficiali per quanto riguarda la sanificazione sono quelli contenuti nella circolare sopra richiamata, e dove si parla di “sanificazione periodica” (la cui periodicità è rimessa alla valutazione del datore di lavoro).
Scenari di sanificazione ambientale
Ogni scenario prevede delle modalità di intervento differenti. Va da se che ciascun luogo su cui si interviene ha bisogno di personale professionale che sappia dare i giusti consigli sul tipo di intervento da eseguire.
- Attività commerciali
- Uffici
- Industria alimentare
- Mezzi di trasporto pubblico
- Camion
Come Sanificare attività commerciale e/o un negozio
Posso sanificare il mio negozio da solo? La pulizia standard o classica di un ambiente di lavoro viene di solito eseguita attraverso prodotti detergenti, prevedendo la rimozione dello sporco visibile ed evidente (come polvere, grasso o altro materiale organico).
Per quanto riguarda la sanificazione il Ministero raccomanda l’uso dell’ipoclorito di sodio diluito al 0,1%, ossia una soluzione di acqua e candeggina. In alternativa, per le superfici delicate, che possono essere danneggiate dall’ impiego della candeggina, viene suggerito l’utilizzo dell’etanolo, il comune alcol etilico con una concentrazione al 75%.
Devono essere sanificate con particolare attenzione tutte le superfici toccate più di frequente (come porte, maniglie, tavoli, banconi, finestre, servizi igienici, carrelli della spesa, bancomat, ecc.).
La biancheria come lenzuola, tovaglie o altri materiali di tessuto deve essere sottoposta ad un lavaggio con sapone ed acqua calda a 90° gradi. Se ciò non è possibile a causa delle caratteristiche del tessuto, va aggiunta al lavaggio candeggina o altri prodotti a base di ipoclorito di sodio.
Come sanificare un ufficio
Come posso procedere alla sanificazione di un ufficio in modo corretto? Gli specialisti della pulizia professionale e della disinfezione opereranno seguendo precisi protocolli e metodiche. Occorre rispettare le regole imposte dal recente DPCM del 26 aprile 2020 per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro. Tra gli obblighi imposti dal governo, è incluso la sanificazione quotidiana degli spazi professionali. La sanificazione implica che gli spazi di lavoro siano resi adatti alla loro funzione, quindi utilizzabili in modo sicuro sia per gli operatori che per i visitatori.
La prima cosa da eseguire è sempre la pulizia accurata di tutte le superfici, quindi la rimozione dello sporco visibile attraverso l’impiego di opportune attrezzature e detergenti. Questo è propedeutico per le operazioni di disinfezione e sanificazione, che sono eseguite utilizzando precisi prodotti (per esempio appartenenti alla categoria “Presidio Medico-Chirurgico”) e tecnologie da valutarsi a seconda della tipologia e dell’ampiezza degli ambienti da trattare.
Un buon esempio di sanificazione dell’ufficio comporta l’applicazione, mediante l’utilizzo di panni monouso, di prodotti disinfettanti (come etanolo, perossido di idrogeno o ipoclorito di sodio) in concentrazione variabile a seconda della superficie da sanificare. I dettagli del trattamento possono essere reperiti leggendo la circolare n. 5443 emessa dal Ministero della Salute.
Fondamentale è sanificare approfonditamente non soltanto superfici come finestre, pavimenti, pareti, porte, maniglie e ambienti bagno, ma anche sedie, scrivanie, computer, mouse e tastiere, ossia alcuni tra gli oggetti più frequentemente toccati durante le normali attività lavorative. Anche in questo caso si utilizzeranno adeguati detergenti in grado di abbattere la carica batterica degli agenti patogeni, senza per questo rovinare i dispositivi. Fare attenzione soprattutto ai monitor.
È anche essenziale che tutti gli operatori coinvolti nella sanificazione dell’ufficio utilizzino opportuni dispositivi di protezione individuale (DPI), che dovranno essere smaltiti dopo l’uso secondo le locali regole di gestione dei rifiuti.
Come sanificare un’industria alimentare
La sanificazione nell’industria alimentare dei supporti e di tutte le superfici in un laboratorio destinato alla produzione di cibi è sempre stata importante e regolamentata in modo dettagliato. Tuttavia, soprattutto adesso, nella piena diffusione pandemica del Covid-19, se ne parlare ogni giorno.
È fondamentale igienizzare e sanificare tutte le superfici. Lasciare gli abiti e le scarpe utilizzati fuori dal laboratorio all’esterno e arieggiare gli ambienti con frequenza. Le indicazioni, in una sorta di prontuario disponibile per chiunque volesse saperne di più, sono state fornite dall’Istituto Superiore di Sanità.
Di seguito qualche piccolo consiglio sulla sanificazione del laboratorio e alcuni suggerimenti per sanificare il tuo impianto di maturazione di carne o pesce o di produzione di insaccati.
Nella maggior parte dei casi, i macchinari e/o dispositivi sono tutti dotati di funzione di autolavaggio. È fondamentale prima di scaricare l’impianto ed eseguire il lavaggio, utilizzare prodotti che siano in grado di sgrassare e sanificare.
I prodotti impiegati, secondo la regolamentazione HACCP, devono essere atossici e idonei a superfici che entrano abitualmente a contatto con gli alimenti ed il più possibile biodegradabili.
Il sanificante e/o il detergente utilizzato in base alla natura dello sporco e delle superfici da trattare, deve avere le seguenti caratteristiche:
- essere per uso specifico nel settore con la dicitura “da usarsi nell’industria alimentare“
- avere un dosaggio formulato appositamente per avere un’azione battericida e garantire la qualità igienico sanitaria del prodotto. Esistono sul mercato dei prodotti specifici per la pulizia di attrezzature specifiche che combinano l’azione detergente a quella batteriostatica, con formulazioni
- diverse, per i salumi, per carne e pesce.
- non necessitare di risciacquo, potendo essere impiegato anche durante i cicli di lavorazione e non produrre schiuma
- avere un grado elevato di vaporabilità per non lasciare residui sulle superfici trattate, si consiglia di utilizzare prodotti a base di alcool
- non provocare corrosione su alluminio e rame. (ATTENZIONE: non utilizzare prodotti a base di cloro, sali di ammonio quaternario, etc.)
- essere tanto efficace sullo sporco da renderlo facilmente asportabile. Devono avere un potere sgrassante e un’azione sulle proteine (nel caso di uso specifico nel settore delle carni)
I sanificanti, di solito, sono a base alcolica e hanno un elevatissimo potere sanificante. Agiscono su virus e batteri, sono adatti all’uso su tutte le tipologie di superfici ed al contatto con gli alimenti.
Come sanificare il trasporto pubblico
La sanificazione dei trasporti pubblici è molto importante. Treni, autobus, macchine in condivisione o car-sharing, risultano essere fonte di batteri e germi da sempre ed avere macchie piuttosto ostinata da rimuovere. Si tratta di misure per adempimenti comuni a tutti i settori del trasporto che spaziano dal corretto uso dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e tute), alla sanificazione e l’igienizzazione dei locali e dei mezzi con le modalità definite dalle specifiche circolari del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, fino al rispetto della distanza di un metro da utenza e clienti.
La pulizia con l’utilizzo del vapore ci permette non soltanto di rimuovere qualsiasi tipo di sporco da ambienti e tessuti, ma anche di eseguire una completa disinfezione e sanificazione. Diversamente dai sistemi a base di acqua, il vapore non è invasivo, non danneggia la strumentazione elettronica ed evita la formazione di ruggine nelle parti metalliche.
Elemento da non sottovalutare, la pulizia a vapore permette l’utilizzo del mezzo di trasporto in tempi straordinariamente rapidi, poiché la superficie trattata asciuga per evaporazione rapida.
Esempi pratici di pulizia a vapore nel settore dei trasporti sono:
- pulizia treni e autobus (in particolare sedili e pavimenti)
- pulizia aerei (settore passeggeri)
- sanificazione e pulizia ambulanze
- sanificazione taxi
È possibile estendere questo tipo di pulizia a vapore anche in tutti quei luoghi in cui sussistono posti a sedere in tessuto o tappeti come:
- teatri, cinema
- palestre, saune, tatami, centri wellness, etc.
Camion: igienizzazione e sanificazione
Per un autotrasportatore, la cabina del proprio camion rappresenta una sorta di seconda casa. In questo difficile momento, in particolare, è indispensabile che tale spazio sia sanificato.
Nello specifico il Ministero dei trasporti, nel documento, ha anche definito alcune procedure specifiche per l’autotrasporto. Ecco alcuni consigli per viaggiare in sicurezza in un ambiente igienizzato:
- igiene in cabina: considerando che un programma di sanificazione periodico e sistematico rappresenta una buona pratica, indipendentemente dall’attuale emergenza Covid-19, in questo momento sarebbe meglio intensificare le procedure.
Sanificare la cabina di un camion significa:
- eliminare dai filtri dell’impianto dell’aria condizionata batteri, acari, muffe, funghi, spore, lieviti, pollini
- inattivare i virus
- eliminare dai tessuti dei sedili cattivi odori di fumo, pelo di animale, cibo, muffa
- distruggere i residui volatili dei detergenti chimici;
- allontanare insetti infestanti come mosche, zanzare, scarafaggi, formiche e cimici.
La sanificazione deve avvenire a ogni cambio di conducente, se il veicolo è condiviso tra più autisti, sanificando soprattutto il volante, le leve, i pulsanti, le impugnature dei mezzi lavorativi (come i transpallet).
È possibile eseguire una igienizzazione in modo completamente autonomo, in pochi minuti, grazie a prodotti che si trovano facilmente in commercio. Alcuni di essi hanno la dicitura “Presidio medico chirurgico” e si presentano sotto forma di spray. Permettono di disinfettare l’abitacolo e l’impianto di condizionamento, semplicemente spruzzando il contenuto sulle superfici o dentro le bocchette dell’aria. Dopo aver erogato il contenuto nei tempi indicati dall’azienda produttrice, è necessario attivare l’impianto di condizionamento, prima, ed aerare l’abitacolo per alcuni minuti ad operazione completata.
Conclusioni
La sanificazione ambientale deve entrare a far parte del sistema di manutenzione programmata all’interno delle aziende e in tutti quei posti considerati luoghi di lavoro, indipendentemente che siano luoghi classici con quattro pareti, sia mezzi in movimento.
Chiunque si appresti a svolgere attività di pulizia, e soprattutto di disinfezione, deve attenersi ad un programma di intervento periodico, previa adeguata valutazione dei rischi biologici e da agenti chimici.
Il programma deve comprendere almeno l’organizzazione delle differenti attività da svolgere.
Sono inclusi nel programma gli eventuali rischi durante la fase di diluizione, l’adeguata gestione di tutti i prodotti e le attrezzature per eseguire la disinfezione, le indicazioni dei DPI e degli indumenti da lavoro e infine il piano di formazione adeguato dei lavoratori: Per questi motivi occorre rivolgersi a professionisti del settore.
Bisogna essere chiari su un punto: la sanificazione ambientale è un obbligo di legge in ottemperanza al DPCM 26 aprile 2020. Questo recepisce il “protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrato e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” del 24 aprile 2020”.
Siccome si tratta di un obbligo di legge, è necessario che il programma di intervento sia documentato e disponibile per l’eventuale esame degli organi di controllo.